Chi è lo Psicologo alimentare?
Un rapporto sano e positivo con il cibo è caratterizzato da corrette conoscenze e convinzioni alimentari, da obiettivi e aspettative realistiche rispetto al peso e alla salute, oltre che da sentimenti ed emozioni positive come la gioia, la curiosità e la convivialità.
Ed è soltanto attraverso un rapporto positivo con il cibo che è possibile mantenere sane abitudini alimentari, seguire una dieta con successo e mantenere un peso salutare per lungo tempo.
Lo psicologo ha proprio il compito di aiutare le persone a costruire un rapporto sano e positivo con il cibo.
In che modo?
Innanzitutto lo psicologo spiega e aiuta la persona a riconoscere i meccanismi biologici e psicologici (che tutti abbiamo...anche gli psicologi!!) che condizionano le abitudini alimentari; ma soprattutto aiuta a sviluppare capacità (che invece pochi hanno...spesso neanche gli psicologi!!) per padroneggiare questi meccanismi, senza che essi prendano il sopravvento e condizionino negativamente le scelte alimentari.
Il lavoro psicologico quindi, attraverso un percorso educativo-terapeutico, aiuta ad acquisire le strategie corrette per avere il controllo delle proprie scelte alimentari e per sviluppare un rapporto sano e positivo nei confronti del cibo e del proprio corpo.
Secondo te...dopo un lavoro psicologico di questo tipo sarai in grado di dire sempre di no ai dolci, di seguire una dieta con costanza e impegno per sempre, di riuscire a perdere tutti i chili in eccesso?
Per fortuna no! La conquista più grande che le persone riferiscono di aver raggiunto dopo un percorso psicologico è la sensazione di libertà e di padronanza sul cibo, ovvero la capacità di concedersi anche qualche “peccato di gola” senza perdere il controllo e sentirsi in colpa, accettando un peso realistico e salutare e riscoprendo un sano piacere nei confronti del cibo e della cucina.
Nella maggior parte dei casi un lavoro di questo tipo prevede due o tre colloqui inziali di valutazione e circa 10/20 sedute educative-terapeutiche. Personalmente nel mio modo di lavorare non utilizzo rigorosamente una tecnica o un metodo terapeutico specifico, ma utilizzo un approccio integrato proponendo, in base agli obiettivi e alle difficoltà della persona, interventi, tecniche e strategie provenienti da differenti orientamenti e modelli teorici tra cui la psicoanalisi, la psicoterapia cognitivo-comportamentale e le più recenti tecniche di mindfulness e mindfuleating.
Sapere come gestire (senza resistervi forzatamente) al desiderio di mangiare una fetta di torta in una pasticceria, riconoscere e differenziare la sensazione di fame dall’impulso a mangiare per noia, saper scegliere in tutta serenità se aprire o no un pacchetto di patatine, imparare a regolare le emozioni negative che portano a spiluccare o a mangiare in maniera incontrollata, interessarsi ai cibi e alla cucina sana, incuriosirsi e sperimentare cibi nuovi o di altre culture, sono tutti esempi concreti dei risultati di un lavoro psicologico in ambito alimentare.
"I carboidrati fanno ingrassare! Non mangerò più pasta"
"Il glutine fa male! Devo comprare solo cibi senza glutine"
"I dolci sono buonissimi! Non vorrei mangiarli ma non riesco a resistere..."
"Peso troppo! Sarò felice solo dimagrendo"
Quelli che hai appena letto sono solo alcuni esempi di pensieri e stati d’animo che ognuno di noi può aver avuto nella vita nei confronti del cibo e del proprio corpo. Intuitivamente la figura professionale alla quale ci si rivolge per risolvere problemi alimentari o di peso è il medico dietologo o il nutrizionista. La figura dello psicologo, invece, in un contesto scientifico come quello legato all’alimentazione e al dimagrimento è visto da tutti con perplessità e diffidenza.
La domanda che si pongono in molti è:
"Perché dovrei parlare con uno psicologo se il mio obiettivo è quello di dimagrire o di mangiare in modo più sano? "
La risposta è molto semplice: è ormai ampiamente dimostrato che le conoscenze personali, le convinzioni, le aspettative, le emozioni e il livello di stress psicologico nei confronti del cibo giocano un ruolo fondamentale nel condizionare le abitudini alimentari di ognuno, al pari dei fattori genetici, biologici e culturali. Tutti questi aspetti sono i principali fattori che determinano il rapporto che ognuno di noi ha con il cibo e condizionano il nostro stato di benessere psicologico e fisico. Se ad esempio sei convinto che i carboidrati siano la causa dei tuoi problemi di peso e perdere chili è un obiettivo importante per sentirti soddisfatto di te stesso, è molto probabile che deciderai (magari hai già provato a farlo) di non mangiare più la pasta, il riso e il pane e inizierai a provare ansia ogni volta che vedrai un piatto di pasta. Oppure, se credi che le tue scelte alimentari non hanno nessuna influenza sulla tua salute non sarai minimamente preoccupato a mangiare tutti i giorni cibi poco salutari come dolci, fast food e bibite gassate, mettendo però a rischio la tua salute.